Siamo noi il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo
La principessa e il drago
Stanca di aspettare che arrivasse un principe a salvarla, la principessa raccolse tutto il suo coraggio, impugnò la spada e andò dritta verso il drago per ucciderlo o per chiedergli di lasciarla subito libera.
“Non ho più paura di te!”, gli gridò, anche se dentro di sé tremava.
Il drago la guardò negli occhi e atterrito le disse: “Non c’è davvero nessun bisogno di essere violenti. Io non ti ho mai detto di rimanere, anzi, mi sono sempre chiesto perché restassi così a lungo”.
“Ah, ok. Bene, allora”, rispose la principessa, un po’ in imbarazzo.
E non appena si allontanò dalla tana del drago, realizzò che… ciò che l’aveva davvero imprigionata erano le sue false paure e l’attesa che qualcuno si facesse avanti per salvarla, mentre lei stessa avrebbe potuto salvarsi da sola in qualsiasi momento.
Barbara Pozzo, La vita che sei
Cosa ci insegna?
Pensiamo spesso che siano gli altri a incatenarci e a creare la nostra prigione e non ci rendiamo conto che ciò che ostacola il nostro percorso di crescita è la falsa convinzione che debbano essere gli altri o le circostanze esterne a cambiare per liberarci dalle nostre catene.
“Sta qui l’errore: credere che gli altri debbano cambiare, che il mondo debba cambiare, che le nostre circostanze debbano cambiare, quando in realtà la soluzione sta in noi: noi stessi teniamo le chiavi della nostra prigione, ma non sappiamo di averle in tasca. Le cerchiamo ovunque, tranne dove possiamo veramente trovarle”.
Anthony De Mello
I draghi che pensiamo stiano là fuori sono dentro di noi, e possiamo liberarcene utilizzando le chiavi della consapevolezza e del cambiamento personale.
“Immaginate un paziente che va dal dottore per dirgli di cosa soffre. Il dottore dice: “Bene, ho capito i suoi sintomi. Lo sa cosa farò? Prescriverò un farmaco al suo vicino!”. Il paziente risponde: “Grazie mille, dottore: mi sento già molto meglio”. Non è assurdo? Eppure è proprio quel che facciamo tutti noi. La persona addormentata pensa sempre che si sentirà meglio se sarà qualcun altro a cambiare. Si soffre perché si è addormentati, però si pensa: “Come sarebbe meravigliosa la vita se qualcun altro cambiasse; come sarebbe meravigliosa la vita se il mio vicino cambiasse, mia moglie cambiasse, il mio corpo cambiasse”. Vorremmo sempre che fosse qualcun altro a cambiare, in modo da sentirci meglio. Siete voi ad avere bisogno di cambiare, ad aver bisogno della medicina. Continuate a insistere: “Mi sento bene perché il mondo va bene”. Sbagliato! Il mondo va bene perché io mi sento bene”.
Anthony De Mello
Non abbiamo il diritto di chiedere agli altri di cambiare, né possiamo avere la pretesa che le circostanze si adattino alle nostre esigenze: siamo noi il cambiamento che vogliamo vedere là fuori.
Questo articolo è attinto dal libro 42 straordinari Racconti motivazionali di Bianca Rifici
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Gli occhi dell’Anima
Due uomini, entrambi gravemente malati, condividevano la stessa stanza d’ospedale. Uno dei due doveva sedersi sul letto un’ora al giorno durante il pomeriggio per espellere delle secrezioni polmonari. Il suo letto si trovava accanto all’unica finestra nella stanza. L’altro uomo, invece, era costretto a trascorrere tutto il suo tempo supino.
I due, col passare del tempo, si ritrovavano a parlare per ore. Parlavano delle loro mogli, delle loro famiglie, delle loro case, del loro lavoro, della loro esperienza al servizio militare e dei luoghi dov’erano stati in vacanza. Ogni pomeriggio, quando l’uomo nel letto vicino alla finestra si poteva sedere, passava il tempo a descrivere al suo compagno di stanza tutto ciò che vedeva fuori dalla finestra.
Una studentessa usa con successo la legge del contrasto percettivo
Tratto dal libro Le armi della persuasione di Roberto Cialdini
Cari papà e mamma,
da quando sono partita per il collegio ho trascurato di scrivervi e mi dispiace della mia negligenza per non aver scritto prima d’ora. Adesso voglio informarvi di tutto, ma prima di leggere, per piacere mettetevi a sedere.
Non leggete più avanti se non siete seduti, d’accordo? Bene, allora, sto abbastanza bene ormai. La frattura del cranio con commozione cerebrale che mi sono fatta saltando dalla finestra del dormitorio quando è andato a fuoco, poco dopo il mio arrivo, ora è guarita discretamente. All’ospedale sono rimasta appena due settimane e ora ci vedo quasi normalmente; ho solo mal di testa una volta al giorno.
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